giovedì 17 gennaio 2019

SPECIALE 50esimo sistema - Le Interviste (parte 2)

Riprendono le speciali interviste ai più importanti Comandanti della Corp., realizzate per onorare il cinquantesimo sistema conquistato.

GENERALE PIV
Intervistatore: Com’è stato il suo ingresso nella Corp.?
R. Questa domanda mi riporta indietro di parecchi anni. Al tempo ero un ex-programmatore, che dopo alcuni disguidi, sui quali sorvolo, mandai a fare in culo tutta l'azienda e decisi di intraprendere la vita da pilota spaziale.
La Davinci è sorta nel mio pianeta Natale, Wolf 1230, ma all'inizio, forse un po' stufo di avere dei capi e, volendo starmene un po' da solo, non entrai subito a farne parte. Passato un po' di tempo entrai comunque in contatto con la
corporazione e iniziai a collaborare, anche se come esterno. Le prime guerre, i primi successi in campo commerciale e sopratutto alcune missioni sotto copertura, proprio per il mio stato di "esterno" mi fecero entrare più a fondo
col cuore pulsante della DaVinci e li scoprì il vero valore in primis dell'idea stessa della corp e, non da meno, delle persone che ai tempi ne erano a capo. Così ripresi di nuovo le redini della mia vita cambiando per (spero) l'ultima volta la direzione
del mio futuro e, senza saperlo al tempo, mi sono ritrovato piano pianino ad entrare nel consiglio e alla fine a capo dell'area ATM. Ad oggi sono molto fiero di dove sono arrivato e delle persone che alimentano le attività della Corporazione, anche se purtroppo la mia
posizione richiede più burocrazia e meno azione.

Intervistatore: Per quale motivo ha deciso di farne parte? 
R. Sono stato colpito dalla perfetta organizzazione della corporazione mista ad una certa maturità delle persone che formavano al tempo il consiglio. Hanno passato bei momenti, hanno creato molte delle strutture informatiche che oggi sono alla base delle nostre attività,
ma sopratutto hanno affrontato periodi difficili senza crollare e prendendo le decisioni in un ambiente sano dove ognuno, col peso delle sue idee ha sempre portato la Corp. a migliorare e a colmare le perdite di chi col tempo ha deciso di abbandonarci.

Intervistatore: Dopo 50 sistemi conquistati, cosa è cambiato maggiormente nella sua vita da Comandante, e cosa invece secondo lei è rimasto invariato?
R. In verità pensandoci non è cambiato nulla. L'ambizione che contraddistingue ogni pilota, nel avere una nave sempre più performante, nell'avere una reputazione che lo precede, nel poter vivere nel lusso sempra attorniato da belle tr...
Intervistatore: Si, grazie abbiamo capito
R. Si insomma, tutto questo non può che sfociare in un gruppo che ha le stesse ambizioni e quindi era solo questione di tempo, ma è da tempo che stavamo puntando a questi risultati, e nessuno al momento ha le intenzioni di gettare la spugna per il futuro.

Intervistatore: Cosa si aspetta quindi dal futuro della corp?

R. Beh, mi aspetto di crescere ancora in organico, di sviluppare nuovi sbocchi e affrontare nuove sfide. Questo sempre dipendentemente dalle gioie che ci riserva la nostra galassia, o dalle noie...


AMMIRAGLIO ASAMITH

D: Com’è stato il tuo ingresso nella Corp.? Per quale motivo hai deciso di farne parte? 
R. (Sorride) In genere le domande la faccio io, non mi capita spesso di dover rispondere.
Arrivai alla DaVinci durante i primi scontri per la conquista di Nenexo; allora eravamo semplicemente il braccio armato delle Wolf 1230 Dynamic Industries. In realtà mi trovai a Nenexo per caso, dopo essermi congedato dalla marina federale, per la quale prestavo servizio nei reparti di incursione rapida, raggiunsi la stazione della Confederazione di Nenexo, alla quale servivano addetti alla sicurezza. Mi colpì molto la totale disorganizzazione e quel pizzico di follia dei piloti DaVinci, intenti a fronteggiare un incrociatore federale con navi classi viper e ASP.. L’impressione fu quella di trovarmi dinanzi al solito gruppetto di contractors, mandati a morire per mano di qualche colletto bianco.
Per una serie di questioni che non sto qui a raccontarti, non presi servizio presso la confederazione, e contattai l’allora Ammiraglio DaVinci Sawyer.. Gli feci presente quelli che secondo me erano stati gli errori tattici nella campagna di Nenexo, in particolar modo il non avere un apparato di intelligence in grado di preparare le azioni sul campo e lui, in tutta risposta, o per completa follia, o per disperazione, o per estrema lungimiranza, mi reclutò, e mi diede un ufficietto.
Ricordo si presentò un guardiamarina ATM, che si trascinava un carrello di apparecchiature elettroniche, si presentò a me, quale volontario per dare una mano, era Tsunami T Star.

Stava di fatto nascendo la DVSEO, all’epoca, e forse anche ora, ci occupavamo di tutto quello che potesse servire ad avere la meglio sul campo; informazioni, ricerca e sviluppo, tattiche e cominciammo ad allacciare rapporti con le forze limitrofe, all’epoca rispetto a noi soverchianti; avrei voluto farti vivere il nostro senso di sgomento e spaesamento all’epoca.

Perché farne parte.. domanda interessante; diciamo che le mutate condizioni mi hanno portato a cogliere una serie di opportunità.

D: Dopo 50 sistemi conquistati, cosa è cambiato maggiormente nella tua vita da Comandante, e cosa invece secondo te è rimasto invariato?
R: Non molto tempo fa, la nostra massima aspirazione era continuare ad essere le forze di sicurezza delle Wolf 1230 DI, per la quale ci auspicavamo un estensione entro i 30 anni luce. I 50 sistemi di oggi ci consacrano definitivamente come l’organizzazione privata più estesa della galassia, questo comporta il dover reggere una fitta e oltremodo intricata rete di relazioni, mediando tra interessi spesso contrastanti. La mia giornata tipo è diventata un continuo vai e vieni di rapporti, dossier, colloqui privati e tentativi di conquistare la galassia >> ride << Rimpiango di dover avuto allentare la presa sul reparto ricerca e sviluppo armamenti e ottimizzazioni, anche se al momento tale comparto è egregiamente seguito da alcuni agenti…  di invariato infondo è rimasto l’approccio di base alla cosa, ti meraviglierebbe sapere come il gioco che si fa al tavolo dei giganti è lo stesso che si fa a quello dei nani; cambia solo la portata degli effetti. C’è poi la gestione del Pegasi Sector Commowealth, spesso una vera rogna, seppur di indubbia utilità politica e propagandistica.

D: Cosa ti aspetti dal futuro della Corp.?
R: Non ho aspettative, ho dei piani. E’ noto oramai che presto saranno siglati trattati universalmente riconosciuti per permettere ad organizzazioni private l’accesso ad asset militari, quali le carrier. Nelle commissioni si sta combattendo aspramente per stabilire quali siano i criteri in termini di affidabilità e “potenza” sulla base dei quali concedere l’accesso a tali risorse. Noi propendiamo ovviamente per utilizzare l’estensione delle aree controllate come parametro, altri invece propendono per i volumi totali di fatturato o per la popolazione globalmente sotto la propria giurisdizioni; avrai sentito del censimento galattico, è oltremodo noto che si tratta di una manovra propagandistica per far pressione sulle commissioni per veicolare l’idea che il parametro di riferimento sia la popolazione totale. Anche per questo motivo stiamo concentrando le nostre operazioni per la conquista di sistemi ad alta popolazione. Questo inoltre si inserisce in un disegno ben più ampio:  la Xenocrisi ci ha dimostrato il tracollo di fatto dei grandi poteri costituiti, di fatto impotenti ( uno dei motivi per cui si concederà ai privati la possibilità di cui sopra ); è possibile che vi sia una dissoluzione più o meno progressiva dell’ordine costituito, con pesanti ricadute economiche; è giunto quindi il momento di pensare ad un autarchia sia in termini di produzione che di rapporto domanda/offerta; beninteso, non parliamo di isolarci, ma parliamo di poter autosostenerci in caso di dissoluzione del mercato così come lo intendiamo.
Questo poterà quindi la penetrazione del pensiero e della filosofia vitruviana tra miliardi di persone, attraverso il quale intendiamo promuovere il concetto di protettorato vitruviano, ossia dell’insieme di mondi e persone che direttamente o indirettamente, godono della sicurezza e del benessere che possiamo offrire; di fatto l’intento è di estendere il concetto di perseguimento di uno scopo comune tipico della corporazione, fino al concetto di perseguimento del bene comune, ovviamente per quelle parti della società civile che decideranno di aderire alla corporazione per intero. In buona sostanza oltre che ad occuparci della sicurezza interna ed esterna, dato che siamo di fatto il principale datore di lavoro nei sistemi in cui siamo presenti, intendiamo farci carico dell’intero welfare, della sanità, dell’istruzione cose che diverranno un diritto inalienabile.. per i corporati ovviamente; chi non volesse aderire potrà continuare a provvedere alle forme di sanità e previdenza private, come fa oggi.

Questo sostrato sociale sarà per noi la piattaforma di lancio di massicci programmi di ricerca e sviluppo, volti allo sviluppo di nuove tecnologie, e non parlo solo di quelle belliche. La DaVinci punterà ad essere il nuovo rinascimento di una umanità oramai corrotta e dilaniata, una nuova era fatta di rigore scientifico, voglia di fare, condivisione e compartecipazione allo sforzo, una società che superi il molle individualismo a vantaggio di una nuova visione unitaria e condivisa; in poche parole, la DaVinci sarà la madre di un uomo nuovo.


AMMIRAGLIO MAMURRA

D: Come è stato il tuo ingresso nella corp?
Sono passati più di tre anni ormai. Ero semplicemente un Cmdr che tentava la fortuna in giro per la galassia. In un bar di qualche sistema giravano delle voci  che si stava costituendo un gruppo di CMDR’s a Guidoni Docks, nel sistema WOLF 1230, per supportare una fazione locale, la Dinamics Industries.
Di voci del genere e di reclutamenti se ne sentono ogni giorno e di solito mi guardavo bene dal farmi coinvolgere ma questa volta volevo almeno dare un’occhiata. Mi ritrovai a discutere, seduto al tavolo davanti ad una birra gelata,  con James (Ammiraglio J. Sawyer), sul come coinvolgere più comandanti possibile, sul tipo di struttura organizzativa e su come trarre il più ampio guadagno dal supportare la Dinamics Industries. In poco tempo mi trovai a dirigere l’ATM e subito dopo Ammiraglio della Corp.

D: Com’è stato far parte dei fondatori  della Corp.?
R: Già da subito avevo capito che questa poteva essere un’esperienza importante. Il primo periodo, passato tra guerre e missioni per la DI, hanno formato un gruppo solido e compatto con una gerarchia stranamente militare. Dico stranamente militare perché fondamentalmente eravamo e siamo dei piloti liberi. Liberi di fare tutto quello che si vuole senza danneggiare la DVC. La gerarchia militare, che mal si associa al concetto di libertà,  è nata quasi spontaneamente e si è subito delineata con la creazione delle aree e del consiglio di cui faccio parte fin dalla fondazione. Per questo motivo si è avuta la necessità di creare una rete di gestione della DVC , cosa di cui mi sono  mi sono occupato io, creando LND (Logistic and Network Dept) sotto il controllo diretto del consiglio.

D: Dopo 50 sistemi conquistati cosa è cambiato maggiormente nella tua vita da comandante e cosa secondo te è rimasto invariato?
R: Con il comando aumentano le responsabilità e conseguentemente, il tempo per vagabondare nello spazio è diminuito di molto. Gestire le richieste di tutta la DVC è molto impegnativo. Fortunatamente ho un Dipartimento attivo ed efficiente.
Invariata è la voglia di continuare a lavorare per la DVC anche se in forma diversa. Verrà il momento in cui dovrò mollare, di lasciare la DVC, speriamo in buone mani.

L'Ammiraglio Logistico, Comandante Mamurra



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