martedì 5 marzo 2019

SPECIALE 50esimo sistema - Le Interviste (parte 3)

Con un ritardo ingiustificato, ecco a voi lettori l'ultima parte delle interviste speciali.

MAGGIORE VROXIGAR

Intervistatore: Com’è stato il suo ingresso nella Corp.?
Nel sistema dal quale dove provengo non ti viene lasciato il tempo per fermarsi e riflettere. Ho trascorso gran parte della mia vita seduto ai comandi di una navicella, fuggendo da gente poco raccomandabile e nascondendomi da tutti gli altri. Ed il lavoro di squadra non ha mai fatto per me.
Questo fino a che non mi sono imbattuto nella DaVinci corp.
Dopo 8 anni, al rientro dal mio pellegrinaggio, che oggi posso ammettere essere stato pi˘ un tentativo di lasciarmi tutto e tutti alle spalle, ho trovato ciò che stavo cercando. Una realt‡ che condivideva e diffondeva i miei ideali ed al contempo mi offriva una sorta di protezione dal passato.
Da lì, il passo è stato breve. Ho chiesto líarruolamento come novellino (a nesuno interessava il mio passato) ed ho portato a termine gli incarichi assegnati a dimostrazione della mia reale intenzione di entrare a far parte della Corporazione. Grazie alla DVC ho potuto portare pace ed equilibrio in alcune delle zone più turbolente della Bolla Civilizzata, ed ho potuto farlo a modo mio.

Intervistatore: Dopo 50 sistemi conquistati, cosa è cambiato maggiormente nella sua vita da Comandante, e cosa invece secondo lei è rimasto invariato?
Ne consegue che, dall'inizio della mia carriera in DVC, poco è cambiato nel mio modo di essere. Certo, essere entrati a far parte del Consiglio Vitruviano ha portato con se maggiori responsabilit‡. CíË molto da fare, ma è un lavoro che porta grandi soddisfazioni. Arrivare dove sono oggi Ë stato duro, ma la conquista e la stabilizzazione del 50-esimo Sistema è una ricompensa che vale ogni momento dedicato alla causa, cicatrici comprese.

Intervistatore: Cosa si aspetta quindi dal futuro della corp? 
Il dominio Vitruviano esteso su 50 sistemi, con miliardi di abitanti che grazie alla nostra influenza, vivono e prosperano in relativa tranquillità, credo offra l'occasione per archiviare un eccellente bilancio e fare ipotesi sul futuro. Federazione, Alleanza ed Impero spesso preferiscono collaborare con noi piuttosto che remarci contro o chissà che non si possa approfittare di questa loro posizione per usarli e mettere i bastoni tra le ruote a quelle fazioni che fanno della violenza il proprio vessillo. La galassia è piena di dittatori che antepongono il profitto ed il proprio benessere a quello del popolo. La guerra, talvolta, si rende necessaria per ristabilire l'ordine.


GENERALE WEDGE SKYRIDER
Condividiamo con piacere con i nostri lettori la nota che lo stesso Generale ha redatto a seguito del nostro incontro

Mi trovo ancora una volta seduto alla scrivania del mio ufficio, nella vana speranza di liberarla dal mare di scartoffie che la seppellisce. Se non fosse per Sally (la mia segretaria) e per Darkorizon, che mi supporta nelle questioni militari e classificate, inaccessibili ad un civile, ormai le carte avrebbero avuto la meglio da un pezzo. È inutile non sarò mai un  burocrate, né un politico... Al diavolo le carte! Meglio che vada giù agli hangar di manutenzione a sgombrare la testa con un po’ di sano lavoro manuale. 
Senza passare dall’ingresso principale (dimmi tu se devo filarmela di nascosto pure dai miei sottoposti!!), mi avvio agli hangar passando dal turboascensore privato.
Grazie ai materiali recuperati in un paio di siti dei Guardiani sono finalmente riuscito a mettere le mani su alcune delle nuove attrezzature ibride, che integrano la tecnologia dei Guardiani in quella umana. Lavorare su quei nuovi moduli è semplicemente affascinante... il sogno di ogni meccanico... unito alla gioia dell’esploratore!! Qui sì che sono nel mio elemento! 
Mentre smonto la calotta di schermatura di un giunto al plasma, il cercapersone al mio polso ronza e vibra discretamente. “E ora che diavolo c’è?”
Sollevo il polso il viso di Sally compare sul microproiettore olografico.
“Che succede, Sally?”
“Generale, c’è il Guardiamarina IlGuasta: ha un appuntamento; lo faccio entrare?”
Dannazione, l’intervista! Me l’ero scordata!
Devo tornare su... anzi no! Meglio se l’intervista la teniamo qua. Sarò più a mio agio. E IlGuasta... capirà, almeno spero. Finora ho sempre schivato i giornalisti come la peste, ma stavolta è diverso; il giornalista è uno di noi.
“Sally, fai venire il Guardiamarina all’officina di manutenzione ASE n.42 , sottolivello 3, dove mi trovo ora.”
L’ologramma di Sally, seppure piccolo e poco definito, mostra un’espressione inequivocabile a metà fra lo stupito e il risentito. Povera ragazza, sono una brutta bestia da avere come capo, lo so.
Pochi minuti dopo il citofono dell’hangar suona. Disattivo la serratura e osservo IlGuasta entrare. Non ho mai avuto occasione di intrattenermi con lui, quindi lo conosco relativamente poco, ma la sua iniziativa del Corriere Vitruviano è stata indubbiamente una bella pensata e i suoi editoriali sono sempre interessanti.
“Si accomodi, Guardiamarina. dico mentre mi avvicino per stringergli la mano, dopo averla ripulita su uno straccio da officina. Mi scusi se la accolgo in modo un po’ poco convenzionale, ma non mi sono mai trovato troppo a mio agio con le formalità. Inoltre temo che il mio ufficio ultimamente sia meno ordinato di questo hangar.”
L’espressione di IlGuasta, fino a quel momento, militarmente seria, muta in un leggero sorriso.
Prendo un paio di sedie pieghevoli e mi siedo. 
“Dunque: nel suo messaggio mi parlava di una piccola intervista. Si sieda. Sono a sua disposizione.”
Anche IlGuasta si accomoda ed estrae un piccolo datapad professionale.
“Dunque Generale, se non erro Lei è membro della DVC fin dalla sua creazione. È esatto?”
“Quasi esatto. In realtà sono entrato ufficialmente a far parte della Corp circa  due mesi dopo la sua formazione, ma anche nel periodo precedente vi ho comunque contribuito come collaboratore esterno. 
Diciamo che venivo da una brutta esperienza precedente come membro di un’organizzazione: ero un pilota di caccia nella Marina Federale; purtroppo quell’esperienza si è chiusa in modo un tantino burrascoso, quindi prima di concedere fiducia a uomini che allora conoscevo appena, ho preferito chiarirmi le idee.”
“Capisco” dice il giornalista “parliamo comunque del periodo embrionale della DVC, prima del riconoscimento ufficiale.”
“Infatti. Allora non eravamo che un pugno di piloti indipendenti che avevano scelto di fare di Guidoni Dock la loro base e di sostenere la causa della Dynamic Industries. Ci era sembrata una buona idea... allora.” 
Mentre parlo, nella mia mente scorrono i ricordi... la prima DVC, il tradimento della Dynamic, la battaglia per Guidoni, @Sawyer, @Frigna, @Asamith...
Rimango in silenzio per qualche istante. IlGuasta mi scruta e capisce che sto seguendo il filo dei miei ricordi e non parla.
“Vede quel disegno dipinto sulla carlinga della mia nave, lì dietro?” Indico la mia vecchia ASP, sulla cui fiancata, come su quella di tutte le mie navi, compare la familiare immagine di Snoopy con il casco da aviatore seduto sul tetto della sua cuccia. “Quel disegno deriva da un antichissima opera a fumetti della vecchia terra, della quale possiedo una preziosissima collezione. Quel personaggio in particolare ha una grandissima capacità di sognare, al punto che i suoi sogni quasi si concretizzano anche per coloro che gli stanno intorno. Questo è un po’ il filo conduttore della mia vita. Sono stati i sogni e le aspirazioni a condurmi qui.”
“Come è arrivato qui, Generale?
“Quando giunsi a Wolf 1230 ero solo un piccolo commerciante, con un passato da agricoltore, poi meccanico e dopo ancora pilota; avevo sentito dire che da queste parti si stava radunando una piccola enclave di piloti indipendenti, per di più con antiche origini italiane, come me. Ed eccomi qua. Non avevo ancora scoperto quella che sarebbe poi stata la mia vera passione: l’esplorazione, andare lontano, sempre più lontano, fin dove la Federazione, l’Impero, l’umanità stessa non erano che puntolini minuscoli in un universo immenso. 
 Mi ha sempre dato un senso di pace la maestosa grandiosità del cosmo. Anche dopo essere entrato in DVC sono stato via per mesi, in spedizioni solitarie, che mi hanno portato al centro e poi all’altro capo della galassia, a Beagle Point, e in cento altri luoghi di indescrivibile meraviglia. Tuttavia non avrei potuto realizzare e apprezzare tutto ciò se non avessi avuto qui un rifugio, un luogo che ora potevo davvero chiamare casa... e un gruppo di persone che negli anni ho imparato a conoscere e a chiamare amici, persone a cui molte volte ho affidato la mia stessa vita. Dopo la Federazione ero divenuto allergico ad ogni forma di organizzazione e gerarchia, eppure, come vede, ora mi trovo qui e per giunta con una stella sulle mostrine e un buon numero di nastrini.”
IlGuasta interviene: “Questo mi porta alla seconda domanda che volevo porle: con
le ultime conquiste, la DVC si è assicurata il controllo del 50mo sistema. Cosa è cambiato per lei in tutto questo tempo è cosa è rimasto invece immutato?”
“Quando mi arruolai nella DVC, il nostro obiettivo non era altro che ritagliarci un piccolo spazio nella galassia, un luogo sicuro da chiamare casa. Allora non potevamo immaginare cosa saremmo diventati. E prima di diventarlo abbiamo più volte rischiato di perdere tutto. Quando la Dynamic Industries tentò di distruggerci, cercarono di seminare sospetti e di metterci l’uno contro l’altro e per un po’ vi riuscirono. Ma è stato grazie alla profonda lealtà e fiducia reciproca che alla fine riuscimmo ad uscirne vittoriosi.
Ora siamo una delle più potenti realtà politiche e militari di questa zona della galassia. Il nostro numero è cresciuto in modo esponenziale, ma questa lealtà, queste fondamenta su cui la DVC è stata costruita non sono mutate. E finché esse esisteranno, esisterà la DVC.
Cosa è cambiato, mi chiede; cosa è rimasto uguale... la risposta è: tutto è cambiato, tutto è rimasto com’era.”
IlGuasta sorride, con un piccolo cenno di assenso.
“Un ultima domanda, generale: cosa si aspetta dal futuro della Corp?”
“A questa domanda non è facile rispondere. È una domanda che noi come membri del Consiglio DVC ci siamo posti in diverse occasioni. Di volta in volta ci siamo posti un obiettivo da raggiungere. E finora ci siamo riusciti. Però più si cresce e più si diviene potenti e conosciuti, più aumenta la potenza e l’astuzia dei nostri avversari. Fortunatamente però non siamo soli. Nel corso del tempo siamo stati promotori e membri di diverse alleanze e accordi diplomatici. La DVC è riuscita finora a rivendicare il suo posto nella Galassia, sia con la diplomazia, che con le armi. Siamo conosciuti, apprezzati e temuti. Ed è su questa strada che procederemo. Dove ci porterà? Solo il tempo potrà dirlo”.
IlGuasta spegne il datapad e lo ripone: “Direi che mi ha fornito parecchio materiale su cui lavorare, Generale. La ringrazio per il suo tempo.”
“Non c’è di che, Guardiamarina!” Mi creda, è la prima volta che mi sottopongo con piacere ad un’intervista. Le auguro la miglior fortuna per il suo giornale. Arrivederci.”
IlGuasta, tornando ad un atteggiamento più militaresco, mi saluta con la mano alla fronte, gesto al quale rispondo automaticamente. Dopodiché esce, lasciandomi al mio lavoro. Mentre riprendo in mano la chiave idraulica, guardo la porta da cui è uscito. Sì la DVC è ancora quella di una volta; cambiano i nomi, i volti..., ma l’anima resta quella di allora... è così dovrà restare sempre.

E' stato un enorme piacere poter intervistare il Generale Wedge Skyrider

AMMIRAGLIO IN CAPO FRIGNA THE HUT
Questo speciale non poteva che chiudersi con l'intervista rilasciata al Corriere dal nostro Ammiraglio in Capo.

Intervistatore: Com’è stato il tuo ingresso nella Corp.? Per quale motivo hai deciso di farne parte?
Sono entrato alla DaVinci Corp. agli arbori, ma non sono uno dei fondatori. Venni a sapere che alla periferia della bolla si stava creando questo gruppo di piloti mercenari, di origine italiche, come c'è ne furono e c'è ne sono tutt'ora. A quei tempi si lavorava per un altra corporazione: la Wolf 1230 Dynamic Industries. La paga non era male. Le missioni facili. Ma soprattutto era il posto perfetto per seguire i propri affari lontani da occhi indiscreti, non so se mi spiego. Col passare del tempo siamo diventati consapevoli del nostro potenziale, e abbiamo iniziato a ragionare autonomamente, gettando le basi per la DaVinci Corporation.

Intervistatore: Dopo 50 sistemi conquistati, cosa è cambiato maggiormente nella tua vita da Comandante, e cosa invece secondo te è rimasto invariato?
Sono cambiate molte cose. Più burocrazia da seguire, tanto per iniziare. Poi la vita si è fatta incredibilmente complessa: prima la preoccupazione era unicamente la manutenzione della tua nave, e l'individuazione di qualche attività lucrosa. Ora si tratta di gestire sistemi, spazioporti, flotte, alleanze. Prima si viveva alla giornata, ora si deve pianificare nel lungo periodo. Per fortuna a fine giornata posso ancora andare all'Atomik Bar a farmi una birra con gli altri piloti. Le relazioni all'interno della truppa sono rimaste schiette e dirette. Nonostante i gradi e la gerarchia non ci sono piloti più importanti di altri: il contributo di ciascuno è prezioso per il raggiungimento degli obbiettivi!

Intervistatore: Cosa ti aspetti dal futuro della Corp.?
Nella corp. abbiamo raggiunto livelli di eccellenza nella pianificazione del bgs, nella gestione delle alleanze e nel fitting specializzato delle astronavi. Nel futuro della Corp. vedo reparti strutturati dedicati al pvp, al bgs, ad azioni di pronto intervento rapido laddove vanno difesi gli interessi della corporazione. Ovviamente la DVC deve rivendicare il suo ruolo preminente nella galassia, sia nei confronti della altre fazioni minori, sia nei confronti delle fazioni maggiori.

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Chiudo questo speciale ringraziando tutti gli intervistati per la pazienza e la disponibilità. E' anche da questi piccoli elementi che si capisce il valore della nostra Corp. Per Aspera!